—RIASSUNTO—
Matteo 18:17 dice esplicitamente che l’autore del reato dovrebbe essere trattato come un uomo delle nazioni e un pubblicano solo per la persona offesa e non per l’intera congregazione. Per 16 anni, dal 1938 al 1954, questa fu l’opinione espressa nella letteratura della Watchtower. E il versetto non parla della disassociazione.
Nel 1954 fu presentata la nuova opinione che l’espressione su un uomo delle nazioni e un esattore di tasse si riferisse alla disassociazione. La base di questa veduta sono degli argomenti circolari.
Una discussione nella Torre di Guardia del 1° marzo 1974 (inglese) mostrava correttamente che, poiché non c’era ancora una congregazione cristiana, le parole in 18:15-17 si riferivano alla nazione ebraica, o congregazione ebraica. Implicitamente, le parole potrebbero essere usate in seguito dalla congregazione cristiana. Gli esattori delle tasse ebrei non erano disassociati dalla nazione ebraica, e Gesù trattò con cortesia sia gli esattori delle tasse che gli uomini delle nazioni. Pertanto, il versetto 17 non può riferirsi alla disassociazione.
Poiché si crede che il versetto 17 si riferisca alla disassociazione, i peccati – che non sono specificati da Gesù – devono essere così gravi da poter portare alla disassociazione. L’argomento sostenuto è che solo due peccati che dovrebbero essere reati di disassociazione ma che possono essere perdonati dai cristiani avrebbero potuto essere nella mente di Gesù. Questi peccati sono la calunnia e la frode. Ma il problema è che la calunnia e la frode non sono indicati come reati di disassociazione nella Bibbia.
La conclusione è che il punto di vista della letteratura della Watchtower dal 1954 secondo cui Matteo 18:17 si riferisce alla disassociazione è sbagliato, e il punto di vista tra il 1938 e il 1954 che il versetto si rivolge all’offeso che non dovrebbe fraternizzare con l’autore del reato, è corretto.
Il testo che studieremo si trova in Matteo 18:15-17, e TNM17 è citata di seguito.
15 “Inoltre, se tuo fratello commette un peccato, va’ e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello. 16 Ma se non ti ascolta, prendi con te uno o due altri, così che ogni questione sia stabilita sulla base della dichiarazione di due o tre testimoni. 17 Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se non ascolta neanche la congregazione, consideralo proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse.”
Ci sono due questioni che dobbiamo considerare, 1) Come erano considerati un uomo delle nazioni e un esattore di tasse? E 2) Il peccatore dovrebbe essere trattato come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse solo dall’uomo contro cui aveva peccato o da tutta la congregazione cristiana? La massima della discussione si vede nella cornice.
Attenendoci alle Scritture, né minimizzando ciò che dicono né leggendo in esse qualcosa che non dicono, ci permetterà di mantenere una visione equilibrata verso i disassociati. —The Watchtower 1974, pag. 472 (inglese). |
I PRIMI COMMENTI SUL PASSO
La Torre di Guardia del 1° Agosto 1938, pag. 238 (inglese), cita Matteo 18:17 e dice:
“Se trascura [sic] di ascoltare la congregazione [assemblea o compagnia organizzata di obbedienti servitori di Dio], sia per te come un pagano e un pubblicano.” (Matt. 18:17, margine) Quelli che una volta erano nell’organizzazione del Signore e che si oppongono ad essa si mettono al di fuori della sua organizzazione e sono classificati con il clero e sono come il clero avversario.
I commenti suggeriscono che l’uomo che non vuole ascoltare la congregazione si è messo da sé fuori dalla congregazione. Tuttavia, non si fa menzione della disassociazione di quest’uomo, quindi la domanda è aperta se questo fosse il significato.
La Torre di Guardia del 15 Maggio 1944, pag. 154 (inglese), discute Matteo 18:15-17:
Se ora l’autore del reato si rifiuta di prestare attenzione a questo secondo e rafforzato ammonimento a seguire la giusta condotta, allora l’offeso può dirlo alla “chiesa”. Secondo l’ordine Teocratico, questo non significherebbe un’adunanza di congregazione con tutti i presenti, ma a dirlo a coloro che sono incaricati della cura della congregazione e che la rappresentano con speciali capacità di servizio. Se rifiuta di ascoltare la chiesa tramite i suoi servitori rappresentativi, allora cosa si fa? Il Signore dice che la chiesa o la congregazione dovrebbero scomunicare l’autore del reato? No; ma il capo della chiesa dice all’offeso, i cui sforzi di riconciliazione sono falliti: “Lascia che sia per TE [non, alla chiesa] come un pagano e un pubblicano.” La persona offesa può rifiutarsi di avere più a che fare con tale persona fino a quando non viene per una riconciliazione. Solo quando sono coinvolte la pace e l’unità di un’intera congregazione e la sua attività nell’opera di testimonianza del Signore viene disturbata e ostacolata, l’organizzazione teocratica interviene e deve agire a favore della congregazione, come illustrato nelle parole e nelle azioni dell’apostolo Paolo… Il servitore che agisce per l’organizzazione teocratica non darebbe incarichi di servizio a tale perturbatore dell’unità. (Parentesi nell’originale).
La citazione ha due punti importanti: 1) Il versetto 17 dice che è “per te” (TE, singolare) che la persona deve essere come “un pagano e un pubblicano” e non per la congregazione. 2) Le parole su “un pagano e un pubblicano” non significano che l’autore del reato sarà disassociato. Ma il fratello offeso non avrà nulla a che fare con l’autore del reato. Il libro This means Everlasting Life (Questo significa vita eterna), (1950) pag. 90, non parla della disassociazione:
Se l’autore del reato rifiuta di ascoltare la congregazione, cioè quello che i suoi rappresentanti hanno da dire con mansuetudine, Gesù non ha detto di trascinare la questione davanti ai tribunali mondani del paese. L’apostolo Paolo disse che sarebbe stato meglio subire un’ingiustizia piuttosto che farlo, poiché ciò evita di mettere in cattiva luce la congregazione cristiana davanti al pubblico mondano. (1 Corinti 6:1-8) Gesù disse di lasciare che sia l’ostinato autore del reato a seguire da solo la sua condotta mondana, come un Gentile mondano o un esattore di tasse oppressivo.
La prima discussione dettagliata sui diversi aspetti della disassociazione avvenne nella Torre di Guardiadel 1° Marzo 1952, pag. 147 (inglese). È interessante che Matteo 18:17 non è applicato alla disassociazione in questa rivista. Dopo aver citato Matteo 18:15-17, l’articolo dice:
Questa scrittura qui non ha nulla a che fare con la disassociazione su base congregazionale. Quando si dice vai alla congregazione, significa agli anziani o ai maturi della congregazione e parla delle tue difficoltà private. Questa scrittura ha a che fare con una semplice disassociazione privata… Se non riesci a risolvere con il fratello incriminato, significa solo un’esclusione personale tra voi due, trattandolo come un esattore di tasse o un non ebreo al di fuori della congregazione. Fai quello che devi fare con lui solo per affari. La questione non ha nulla a che fare con la congregazione, perché l’atto offensivo, il peccato o l’incomprensione non è motivo di disassociazione da tutta la compagnia…Matteo 18:15-17 è stato spesso usato in relazione alla disassociazione o all’esclusione di tali persone dalla congregazione, ma ha semplicemente a che fare con l’evitarlo personalmente.
In tutte le discussioni di Matteo 18:17 tra il 1938 e il 1952, le parole che l’autore del reato sarà come un uomo delle nazioni e un esattore di tasse si riferiscono solo all’offeso e non alla congregazione. E le parole non si riferiscono alla disassociazione dell’autore del reato, ma che l’offeso non avrà più alcun contatto sociale con l’autore del reato. Questo è, ovviamente, ciò che dice veramente il testo!
Tutti i riferimenti a Matteo 18:17 nella letteratura della Watchtower tra il 1938 e il 1952 presentano la corretta comprensione del versetto: si riferisce al non fraternizzare con l’autore del reato e non alla sua disassociazione. |
LA NUOVA VEDUTA DI MATTEO 18:17: DISSOCIAZIONE
Un cambiamento di veduta è avvenuto nel 1954 (inglese). La Torre di Guardia del 1° Agosto 1955 (italiano), pag. 478 dice:[1]
Geova preserverà l’unità e lo spirito amorevole della sua congregazione, e provvederà a che sia espulso chiunque continui a distruggere l’unità ed a causare disunione. Vi sono casi in cui dei membri d’una congregazione devono cessar di parlare ed associarsi con altri, ma le cause devono essere molto serie, molto più serie che non semplici divergenze personali di nessuna conseguenza sulla congregazione. I fratelli dovevano separarsi dai disordinati, che creavano contese e si ribellavano contro la verità. La congregazione doveva espellere gli impuri in mezzo ad essa, avendo ricevuto l’ordine di “cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore.” (1 Cor. 5:11; Atti 19:9; 2 Tess. 3:6, NM) Per tali serie offese i fratelli avrebbero disassociato e trattato come “un uomo delle nazioni” i colpevoli, ma non per insignificanti offese personali.
Quindi dobbiamo considerare il peccato menzionato in Matteo 18:15-17 come un peccato serio che deve essere troncato e, se ciò non è possibile, colui che pecca in tal modo dev’essere disassociato dalla congregazione. Se i fratelli maturi della congregazione non possono convincere colui che pecca del suo grave errore ed a desistere dalla sua condotta sbagliata, la questione è così importante che deve essere portata dinanzi al comitato della congregazione onde possa agire in merito. Se il comitato non può indurre il peccatore a pentirsi ed a cambiare condotta, questi dev’essere disassociato dalla congregazione affinché siano preservate la purezza e l’unità della congregazione cristiana. Se il malfattore è così malvagio da essere evitato da un fratello, merita tale trattamento anche dall’intera congregazione. Se la questione non fosse così seria, dovrebbe essere chiarita e tutti dovrebbero essere uniti nell’amore e nel servizio, senza permettere che insensati rancori persistano nella congregazione. Se la scrittura trattasse semplicemente una questione personale senza nessun grave peccato, che riuscisse a separare due persone al punto di non parlarsi sebbene appartenenti alla stessa congregazione, Gesù non avrebbe certamente detto che l’uno avrebbe dovuto considerare l’altro come un profano, come “un uomo delle nazioni e un esattore di tasse” Essi avrebbero dovuto ancora riconoscersi l’un l’altro, non come profani ma come fratelli nella congregazione, anche senza parlare. L’azione finale contro l’offensore impenitente è troppo grave per significare qualche cosa di meno che una disassociazione, e dato che non c’è alcuna provvisione perché singoli individui disassocino altri nella congregazione con ciò che potrebbe essere chiamata una disassociazione personale, la disassociazione deve significare che è una misura della congregazione.
Gli argomenti in questo articolo rappresentano un chiaro esempio di lettura nel testo, qualcosa che non c’è. Questo viene fatto per mezzo di argomenti circolari. Ad esempio, a metà dell’articolo leggiamo: “Quindi dobbiamo considerare il peccato menzionato in Matteo 18:15-17 come un peccato serio”, che porta alla disassociazione se non viene risolto. La parola “quindi” deve avere un antecedente che indica il motivo della conclusione che il peccato è grave. Ma non esiste un antecedente che rappresenti un argomento o una ragione, ma solo un’affermazione. L’articolo parla della disassociazione, secondo 1 Corinti 5:11, e poi dice senza alcuna prova che quelli disassociati secondo le parole di Paolo sono trattati come “un uomo delle nazioni”. Quindi il ragionamento circolare è: “Le parole di Matteo 18:17 secondo cui l’autore del reato deve essere trattato come ‘un uomo delle nazioni’ significano che sarà disassociato perché il versetto dice che deve essere trattato come “un uomo delle nazioni.”” Il prossimo giro circolare è: “Il peccato menzionato deve essere grave perché sarà disassociato, perché deve essere trattato ‘un uomo delle nazioni’”. Ma Matteo non menziona alcun tipo di peccato!
Notiamo anche un altro esempio dell’autore che legge nel testo della Bibbia qualcosa che non c’è. Vediamo la seguente clausola nel mezzo della citazione: “Se il malfattore è così malvagio da essere evitato da un fratello, merita tale trattamento anche dall’intera congregazione.” L’autore ammette che il testo dice che il trasgressore deve essere evitato da un fratello [tu, singolare]. Ma l’autore rifiuta questo senza alcuna prova contestuale e lo applica a tutta la congregazione. Quindi, l’autore legge qualcosa nel testo che non c’è.
[1]. The Watchtower of 15 November 1952 seems to conclude that Matthew 18:17 refers to disfellowshipping. But the text is not clear.
Matteo 18: 15-17 SI RIFERISCE ALLA NAZIONE EBRAICA E NON ALLA CONGREGAZIONE CRISTIANA
L’articolo nella Torre di Guardia del 1° Marzo 1974, pag. 463 (inglese), mostra correttamente che le parole di Gesù furono pronunciate prima che si formassero le congregazioni cristiane, e quindi deve riferirsi alla congregazione ebraica, la nazione ebraica. Un uomo ebreo che aveva offeso un compagno ebreo non era né ucciso né disassociato dalla congregazione ebraica. Pertanto, Gesù non poteva avere in mente la disassociazione dalla congregazione ebraica e implicitamente la disassociazione dalla successiva congregazione cristiana. Gli ebrei fraternizzerebbero con altri ebrei ma non con le persone delle nazioni. Quindi le parole di Gesù significano naturalmente che colui che è offeso dovrebbe trattare l’autore del reato, che faceva parte della congregazione ebraica, nello stesso modo in cui trattava un uomo delle nazioni, non fraternizzando con lui.
L’ultimo testo in rosso nell’ultima citazione nega che Matteo 18:15-17 si occupi di una questione personale. Ma questo è esattamente ciò di cui parla il testo, qualcosa che tutti gli articoli della Torre di Guardia dal 1938 al 1952 hanno affermato. La conclusione è che il nuovo punto di vista su Matteo 18:17, cioè che il versetto si riferisce alla disassociazione dalla congregazione cristiana non ha alcuna base scritturale o logica di sorta.
Anche la Torre di Guardia del 15 Dicembre 1972, pag. 754 §14 esprime un punto di vista erroneo:
Se egli non li ascolta, parla alla congregazione. Se non ascolta neanche la congregazione, ti sia come un uomo delle nazioni e un esattore di tasse”. (Matt. 18:15-17) Gli ascoltatori di Gesù, essendo Giudei, sapevano che se altri del suo popolo consideravano un Giudeo come un “uomo delle nazioni e un esattore di tasse” significava che lo ritenevano espulso dalla congregazione giudaica.
L’affermazione nel testo rosso è sbagliata: un uomo delle nazioni e un esattore di tasse non erano cacciati dalla congregazione ebraica. Molti esattori delle tasse erano ebrei e, naturalmente, facevano parte della nazione ebraica, la congregazione ebraica. E come mostra correttamente la Torre di Guardia (inglese) del 1° agosto 1974, pagine 463, 464: Gesù trattò sia con i pubblicani che con gli uomini delle nazioni all’interno della nazione ebraica.
Nella letteratura della Watchtower non viene fornita alcuna prova dalla Bibbia che Matteo 18:17 si riferisca alla disassociazione. Gli argomenti forniti sono circolari. |
Non vi è alcun passo nella Legge che dimostri che gli ebrei potevano essere scomunicati dalla nazione ebraica. W. Horbury ha scritto:
L’incapacità del soggetto [scomunica] di attirare l’attenzione deve senza dubbio molto alla scarsità di prove. Nell’ebraismo post-esilio, anche dopo Isa. Lxvi 5 ed Esdra x 8, la scomunica è notoriamente difficile da documentare; è discutibile se le fonti pentateucali riflettano una pratica paragonabile a quella prevista in Esdra x. Varie forme di scomunica si trovano nella setta di Qumran e tra gli Esseni, i primi cristiani e gli “associati” della Mishnah; ma in ogni caso ci si può chiedere se l’usanza non rifletta l’esclusività di un gruppo minoritario affiatato, piuttosto che la pratica dell’ebraismo post-esilio nel suo insieme.[1]
La Torre di Guardia del 1° Settembre 1974, pag. 544 (inglese), mostra che gli ebrei equilibrati non fraternizzerebbero con persone delle nazioni e con degli esattori delle tasse, ma mostrerebbero loro cortesia:
Cosa significa trattare un peccatore impenitente come un “uomo delle nazioni e come un esattore di tasse”? ― Matt. 18:17. I veri cristiani non fraternizzerebbero con chi è stato espulso dalla congregazione. Ma avrebbero comunque mostrato a tali persone cortesia e considerazione comuni. E soprattutto gli anziani della congregazione si preoccuperebbero di aiutare coloro che abbandonano ogni pratica di peccato grave e mostrano il desiderio di entrare di nuovo a far parte della congregazione.
La Torre di Guardia del 15 Gennaio 1975, pag. 49 §22, mostra che non ci sono prove che ebrei equilibrati non saluterebbero persone delle nazioni e pubblicani:
Non c’è nulla, comunque, per mostrare che i Giudei aventi una veduta equilibrata e scritturale rifiutassero di salutare un “uomo delle nazioni” o un esattore di tasse. Il consiglio di Gesù sui saluti, in relazione alla sua esortazione di imitare Dio nella sua immeritata benignità verso ‘i malvagi e i buoni’, sembra escluda tale rigido atteggiamento. — Matt. 5:45-48.
La comprensione della Bibbia progredirà. Una nuova comprensione delle profezie può verificarsi quando accadono particolari eventi mondiali e questi possono essere collegati a particolari profezie. E la comprensione dei passi biblici può cambiare quando vengono scoperti nuovi dati. Ad esempio, quando il vero significato della parola greca mnemeion fu scoperto, i servitori di Geova si resero conto che non tutti gli esseri umani che avevano vissuto sulla terra avrebbero ottenuto una risurrezione, ma solo quelli che si trovavano nelle tombe commemorative (mnemeion). Tuttavia, le nuove comprensioni che vengono presentate senza dati chiari dalla Bibbia sono opera dell’uomo. Negli ultimi anni, espressioni come: “Tuttavia, dopo aver esaminato attentamente la questione, il Corpo Direttivo ha determinato…” “Tuttavia, ulteriori studi e meditazione in preghiera hanno portato il Corpo Direttivo a concludere…” sono più che discutibili: questi sono comandamenti umani. In questi casi, i membri del CD, in realtà, si presentano come profeti. Così l’autorità non è più il significato letterale del testo della Bibbia, ma il punto di vista del CD.
Nel mio libro mostro che per la prima volta nel 21° secolo i membri del CD si sono gradualmente dati poteri dittatoriali. E ho anche dimostrato che quando nel 1972 fu introdotta la disposizione degli anziani, l’organizzazione era teocratica e non autocratica, e c’erano libertà per i membri. Ho anche mostrato con esempi che non avrei imparato a capire la Bibbia se anziani esperti collegati alla Watchtower Society non mi avessero dato insegnamenti interattivi. Quindi credo che Geova abbia usato gli anziani collegati alla Watchtower Society per trovare la verità biblica e insegnarla ad altri. Ma questi anziani hanno agito come insegnanti e non come profeti, come fanno gli attuali membri del CD: essi chiedono obbedienza assoluta, e coloro che sono disobbedienti saranno disassociati.
Sebbene l’organizzazione procedesse in modo teocratico, furono commessi anche alcuni gravi errori. Molti di questi errori furono commessi in relazione alla disassociazione, e l’applicazione di Matteo 18:15-17 alla disassociazione senza alcuna base nella Bibbia fu uno di questi errori.
Tutti i riferimenti a Matteo 18:17 nella letteratura della Watchtower tra il 1954 e il 2020 presentano una comprensione errata del versetto, che si riferisce alla disassociazione e non al non fraternizzare. |
[1]. W. Horbury, “Extirpation and Excommunication.” Vetus Testamentum XXXV, 1 (1985) 13-38.
LA VEDUTA NON BIBLICA CHE I PECCATI MENZIONATI SONO SERI
La Torre di Guardia del 1° Agosto 1955, pag. 478, discute la natura dei peccati menzionati in Matteo 18:15-17.
La congregazione doveva espellere gli impuri in mezzo ad essa, avendo ricevuto l’ordine di “cessar di mischiarvi con chi si chiama fratello ed è fornicatore, o avido, o idolatra, od oltraggiatore, o ubriacone, o ricattatore”. (1 Cor. 5:11; Atti 19:9; 2 Tess. 3:6, NM) Per tali serie offese i fratelli avrebbero disassociato e trattato come “un uomo delle nazioni” i colpevoli, ma non per insignificanti offese personali. Tali piccole cose dovevano essere perdonate, coperte dall’amore, misericordiosamente dimenticate, non tenendone conto o serbandone rancore fin dopo il tramonto.
Quindi dobbiamo considerare il peccato menzionato in Matteo 18:15-17 come un peccato serio che deve essere troncato e, se ciò non è possibile, colui che pecca in tal modo dev’essere disassociato dalla congregazione. Se i fratelli maturi della congregazione non possono convincere colui che pecca del suo grave errore ed a desistere dalla sua condotta sbagliata, la questione è così importante che deve essere portata dinanzi al comitato della congregazione onde possa agire in merito. Se il comitato non può indurre il peccatore a pentirsi ed a cambiare condotta, questi dev’essere disassociato dalla congregazione affinché siano preservate la purezza e l’unità della congregazione cristiana.
L’argomento è che i peccati devono essere gravi, perché possono portare alla disassociazione. Ho mostrato sopra che l’argomento secondo cui i peccati possono portare alla disassociazione non ha alcun fondamento nella Bibbia. Ma sulla base dell’argomento della disassociazione si trova il seguente ragionamento: poiché la maggior parte dei peccati che possono portare alla disassociazione non possono essere perdonati dai singoli membri della congregazione, come nel caso dei peccati menzionati in 18:15-17, i peccati in questi versetti devono essere offese di disassociazione del tipo che può essere perdonato. Si possono trovare solo due di questi peccati, cioè la calunnia e la frode.[1]
Tuttavia, il primo problema con questo punto di vista è che i peccati che Gesù aveva in mente non sono dichiarati, quindi identificare peccati particolari è pura supposizione. Il secondo problema con l’idea che gravi reati di disassociazione siano impliciti in 18:15-17 è che né la calunnia né la frode sono menzionate in nessuna parte della Bibbia come reati di disassociazione. Questo è uno dei comandamenti umani senza basi bibliche inventato dal CD. Quindi vediamo che tutti gli argomenti di base nella letteratura della Watchtower dal 1954 in poi riguardo a Matteo 18:15-18 sono sbagliati. Ma gli argomenti di base tra il 1938 e il 1954 sono corretti.
Tutte le convinzioni di base riguardanti Matteo 18:15-17 dal 1954 ad oggi sono sbagliate. Ma le credenze tra il 1938 e il 1954 sono corrette: il verso 17 non si riferisce alla disassociazione. |
[1]. “Shepherd The Flock Of God” 12.24 and How to Remain in God’s Love?, pages 253, 254.
CONCLUSIONE
Nella discussione di cui sopra, sono state fornite prove per i seguenti punti:
La congregazione menzionata da Gesù in 18:17 è la congregazione ebraica. Gli ebrei non furono mai disassociati dalla congregazione ebraica, e quindi Gesù non poteva parlare di disassociazione e, implicitamente, non poteva parlare di disassociazione dalla congregazione cristiana.
Gesù trattava con gli esattori delle tasse e gli uomini delle nazioni all’interno della nazione ebraica, e questo mostra che queste persone non furono evitate dagli ebrei equilibrati. Gesù mostra che i suoi seguaci dovrebbero salutare le persone buone e malvagie, e questo deve includere anche l’offensore menzionato in 18:17.
Le parole di Gesù si riferiscono a una questione privata tra due fratelli. L’autore del reato non dovrebbe essere come un uomo delle nazioni e un esattore delle tasse nei confronti dei membri della congregazione ebraica ma solo in relazione alla persona offesa.
Gli argomenti che 18:17 si riferiscono alla disassociazione e che il peccato menzionato è grave sono circolari senza alcun fondamento nella Bibbia. I due peccati che si afferma siano impliciti in Matteo 18:15-18, calunnia e frode, non sono reati di disassociazione secondo la Bibbia.
Per 16 anni dal 1938, l’opinione dei JW [TdG, ndt] era che confrontare l’autore del reato con un uomo delle nazioni e un esattore delle tasse significava che l’offeso avrebbe dovuto cancellare qualsiasi contatto sociale con l’autore del reato, ma costui non veniva disassociato. Il testo dice letteralmente che solo l’offeso dovrebbe considerare l’autore del reato come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse e non tutti i membri della congregazione.
L’articolo della Torre di Guardia del 1° dicembre 1954 (inglese) esprimeva il nuovo punto di vista secondo cui il confronto con l’autore del reato e un uomo delle nazioni ed esattore di tasse si riferiva alla disassociazione. Nessun motivo biblico per questo cambiamento di veduta è presentato in questo articolo o in qualsiasi altro articolo fino ad oggi. Nondimeno, durante i 66 anni trascorsi dal 1954, i JW hanno mantenuto questo nuovo punto di vista e decine di migliaia di Testimoni ai quali è stato applicato Matteo 18:17 sono stati disassociati ed evitati.
DOMANDE IMPEGNATIVE:
- Se Gesù indirizzò Matteo 18:15-17 alla nazione ebraica e gli ebrei non venivano disassociati dalla nazione ebraica, come possiamo applicare i versetti alla disassociazione all’interno della congregazione cristiana?
- Dove è scritto nella Bibbia che la calunnia e la frode sono reati di disassociazione?
- Qual è l’evidenza linguistica o contestuale che trattare una persona come un uomo delle nazioni o come un esattore di tasse si riferisce all’intera congregazione quando il testo dice esplicitamente che le parole si riferiscono solo a colui che è stato offeso?
- Se Matteo 18:15-17 si riferiva a persone disassociate, perché è giusto non salutarle quando gli esattori di tasse erano accolti dagli ebrei e Gesù disse persino che dovremmo salutare i nostri nemici?